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Studi sugli effetti della meditazione Sahaja – Dottoressa Maria Valeria Baldelli

 

Studi sugli effetti della meditazione sahaja

 

Non è facile al giorno d’oggi fermarsi a pensare.

Le richieste che ci vengono fatte sono sempre più numerose e sempre più incalzanti. Non c’è più il tempo per fare tutto e, soprattutto, non c’è più il tempo per portare l’attenzione su noi stessi perché quell’attenzione è richiesta, anzi pretesa all’esterno, sollecitata da tutti gli stimoli che bombardano costantemente la nostra persona. E così, mentre siamo travolti da questo mare in tempesta di stimoli e di richieste, dove ci sembra non ci sia altra possibilità che lasciarsi trascinare dalla corrente, a volte si incontrano inaspettatamente delle insenature dove il mare diventa improvvisamente calmo e ci da la possibilità di recuperare le forze per poter di nuovo affrontare la tempesta ma con una determinazione nuova.

Uno di questi incontri è la meditazione Sahaja.

Che cosa è la meditazione Sahaja?

E’ una pratica meditativa diffusa nel mondo da Shri Mataji Nirmala Devi che consente la ricerca e la stabilizzazione di uno stato di equilibrio utilizzando potenzialità innate nell’essere umano e realizzando il risveglio di un’energia materna dentro di noi che in sanscrito si chiama Kundalini.

E’ questa energia che durante la meditazione sale lungo il canale centrale e, attraversando i diversi centri di energia chiamati chakra, riequilibra il nostro sistema sottile. Allo stesso tempo attiva una serie di reazioni che attraverso il coinvolgimento del sistema nervoso autonomo vanno a potenziare l’attività funzionale di organi ed apparati.

Ciascuno può percepire gli effetti della meditazione attraverso la meditazione stessa, ma tali effetti sono anche stati oggetto di studio da parte di medici e ricercatori.

Uno studio interessante è stato fatto in Australia dove sono stati valutati gli effetti della meditazione sahaja su di un gruppo di persone che meditavano regolarmente con tecniche Sahaja.

I valori di questa persone sono stati confrontati con i valori medi della popolazione australiana.

Sono stati valutati diversi parametri relativi allo stato di salute fisica, mentale e sociale e, come si può vedere nel grafico (fig.1), il gruppo di persone che regolarmente meditano con tecniche sahaja, presentano performances migliori in quasi tutti gli aspetti valutati.

Figura 1

Fig.1

 

Il professor Ray del Dipartimento di Fisiologia dell’Università di Delhi ha studiato gli effetti della meditazione Sahaja .

I suoi studi hanno evidenziato come la meditazione sahaja, correttamente attuata, determina una diminuzione dei parametri fisiologici stress correlati. In particolare, frequenza cardiaca, frequenza respiratoria, pressione arteriosa sistolica, acido vanilmandelico urinario (VMA), consumo basale di ossigeno, si riducono e la resistenza galvanica della cute aumenta (Fig 2: Variazione della temperatura cutanea a livello del palmo delle mani durante la pratica della meditazione Sahaja Yoga (rosso) e durante altre tecniche di rilassamento (verde).

Figura 2

Fig.2

Tutto ciò testimonia come, durante la meditazione sahaja, si assiste ad una progressiva riduzione dell’attività simpatica a favore di un incremento dell’attività parasimpatica. E’verisimile che l’attivazione della Kundalini a livello dell’area limbica (Sahasrara Chakra) determini, attraverso le connessioni di quest’ultima con l’ipotalamo, un’inibizione dell’attività del sistema nervoso simpatico annullando gli effetti dello stress.

Questa azione della meditazione sahaja sul sistema nervoso autonomo ha infatti effetti positivi sulle patologie correlate allo stress come l’ipertensione arteriosa e le patologie cardiovascolari e respiratorie sostenute da una situazione di stress.

Studi compiuti su persone affette da asma bronchiale hanno dimostrato che la meditazione sahaja ha effetti positivi sia sulla capacità di risposta delle vie aeree con miglioramento della ventilazione polmonare, sia sul tono dell’umore dei pazienti. Lo studio ha inoltre evidenziato che, al terzo e quarto mese di pratica di meditazione sahaja gli attacchi acuti di asma bronchiale sono diminuti significativamente di numero rispetto al primo e secondo mese. Inoltre al termine del terzo mese di pratica meditativa le medicine sono state sospese data la buona risposta clinica . E’ stato possibile evitare gli attacchi con la sola pratica giornaliera di meditazione sahaja.

Anche uno studio compiuto in Italia, condotto a Verona e a Vicenza con pazienti diabetici ha dimostrato che la meditazione sahaja ha determinato modificazioni nel gruppo di pazienti che meditavano rispetto al gruppo di controllo.

Infatti in alcuni casi è stato necessario rivedere i dosaggi delle terapie antidiabetiche nel senso di una riduzione dei dosaggi degli ipoglicemizzanti per un progressivo miglioramento dell’assetto metabolico dei pazienti stessi, fenomeno che non si è verificato nel gruppo di controllo.

Sono stati fatti studi anche su altre patologie.

Per esempio studi condotti su pazienti epilettici hanno evidenziato come la meditazione sahaja sia stata in grado di ridurre il numero delle crisi nei pazienti affetti da epilessia del 65% dopo 3 mesi di meditazione e dell’86% dopo sei mesi (SY) effetti che non si sono avuti con altri tipi di meditazione (SHAM) o con soggetti che non avevano ricevuto alcun trattamento (No treatment).(Fig. 3)

Figura 3

 

Fig. 3

 

Un campo di intervento che acquista sempre maggior importanza è la sindrome dell’iperattività, impulsività e deficit di attenzione (ADHD).

Uno studio condotto a Sidney in Australia su 26 bambini affetti da ADHD di età compresa tra i 12 e i 4 anni, ha dimostrato che dopo 6 settimane di meditazione sahaja i bambini che meditavano hanno presentato una significativa riduzione di impulsività, reattività e disattenzione rispetto al gruppo di bambini che non avevano meditato (gruppo di controllo).

Inoltre i bimbi che hanno meditato hanno evidenziato un netto calo delle manifestazioni sintomatologiche, un aumento dell’autostima ed uno spiccato miglioramento dei rapporti con i genitori (fig.4).

Figura 4

Fig.4

Si è anche visto che oltre il 50% di questi bambini smise o ridusse il trattamento farmacologico.

Questi studi ed altri relativi a diverse patologie, dimostrano come gli effetti della meditazione sahaja non si manifestino solo in un riequilibrio dello stato energetico del sistema sottile, ma anche in un riequilibrio della funzionalità del sistema nervoso autonomo e, di conseguenza sulla funzionalità dagli organi correlati alle corrispondenti strutture nervose.

Ovviamente i benefici sono tanto più significativi quanto più si medita e quanto più si riesce ad andare in consapevolezza senza pensieri perché è a questo punto che l’attivazione energetica produce gli effetti più evidenti.

 

 

Riferimenti bibliografici:

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– Manocha R, Black D, Ryan J, Stough C, Spiro (2010): “Physiological corollary”, Journal of the International Society of Life Sciences, vol.28, no. 1.

– Dr. José Suero Palancar: “Autoguarigione con Sahaja Yoga”. Ed. La Cultura della Madre, 2010

– Prof. Umesh C. Rai: “Scienza Medica Illuminata”. Ed Vishwa Nirmala Dharma, La Grafica e Stampa editrice, 2009.

www.researchingmeditation.org

www.meditationresearch.co.uk

 

 

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